mercoledì 8 luglio 2009

ANNA MARIA TANUCCI "E Dio creò le farfalle"

“ E Dio Creò le Farfalle ”
Personale della pittrice
ANNA MARIA TANUCCI

Dio creò le farfalle ed ANNA MARIA TANUCCI inventa e inventaria cromie e istantanee di una Natura feconda e materna, offrendo allo spettatore, Icaro scalzo dell’epoca riciclata e tecno-ecologica, un déjà vu dal sapore dolceamaro.

Pittrice e fruitore rinascono farfalle, tra nuvole ovattate e profumi di zagare in fiore e spiccano il volo, ad occhi chiusi, via dal baricentro forzato, prigione e gravità, per annegare nelle sinfonie del silenzio. Nel lemma enciclopedico della TANUCCI, la Donna-Farfalla assapora e sintetizza Cielo e Terra, infanzia e maturità, passato e futuro, su coordinate figurative saldamente ancorate al naturalismo espressivo.

Attraverso un processo di lib(e)razione, la pittrice di Lizzano (TA), novella Demetra, plasma il cosmo, declinando luce e colore con tratto abile ed esperto, senza tentare forzature avveniristiche o troppo artate. L’arte non deve rappresentare la realtà, deve indagarla con lenti speciali, deve decontestualizzarla e ricostruirla, deve smembrare il mosaico delle false certezze, depurarlo dalla saccenteria del muto obiettivo e conferire forma e colore alla weltanschauung del soggetto pensante. La vita è nei particolari. Se guardi attentamente da vicino, vedi la bellezza in ogni cosa.

ANNA MARIA fotografa, con grande efficacia e precisione, non la singola farfalla e il fiore di turno su cui essa riposa, bensì la primavera della vita, inscenando coreografie di crome e cromie, effigiando il lieve passo di danza che permette di saggiare l’infinito. In tele poliglotte, dal retrogusto a tratti didascalico, custodisce la poesia del volo, ponendo in ribalta monologhi documentaristici e (furbescamente) ecologici.

La produzione della TANUCCI irradia prismaticamente calore e pace, tra le ferite sottaciute di una natura primordiale; affascina e insieme sconcerta per la semplicità della sua struttura, in cui però non tutto appare scontato, poiché l’occhio dell’Artista interroga e assapora a piccoli morsi la verità, per scoprire, in comunione con lo spettatore, armonie recondite nell’Anima Mundi. “La semplicità è l’ultima delle sofisticazioni”, Leonardo Da Vinci docet.

LUIGI PIGNATELLI Taranto, 14 ottobre 2008