lunedì 6 luglio 2009

Tommaso Resta, il "Monello"

“ Cogito Ergo Sum ”
Prima personale
del pittore TOMMASO RESTA, IL “MONELLO”


Classe 1979, l’innovativo pittore TOMMASO RESTA , il “MONELLO”, con la sua produzione artistica, architetta e realizza un ponte sospeso tra gli eroi a tutto tondo dei fumetti del secolo scorso e le cibernetiche presenze aliene del cinema contemporaneo. Nel caleidoscopio di incantesimi che il writer originario di Mottola ci regala, l’Uomo respira e fagocita sabbia e terra, mito e fantascienza, realtà e sogno, cinema e letteratura, vagiti risoluti e incertezze crepuscolari, poesia da Street Art e rigorismo d’Accademia, su coordinate cartesiane che centrano e debordano l’humus in cui TOMMASO è nato e cresciuto. Coerede di Cartesio, l’Artista brandisce e plasma il cogito - con cui la scuola fenomenologica designa l’autoevidenza esistenziale del soggetto pensante, cioè la certezza che il soggetto pensante ha della sua esistenza in quanto tale - e, sulla rotta di Svevo, sostituendo penna e calamaio con pennarello e smalto, fraziona e transustanzia coscienza e discernimento, esplorando l’inconscio rivelato e rivoluzionato da Schopenhauer e Freud.

L’itinerario di RESTA procede con disinvoltura e mestiere, sia sul piano formale, sia su quello ideologico, verso l’approfondimento di una visione della vita e di una concezione della pittura (e, più in generale, dell’arte) chiaramente definite sin dai primi graffiti, partoriti in tenera età. Poetiche e tecniche, con l’avanzare degli anni (relativamente pochi, in verità) si perfezionano, si precisano, acquistano spessore, per un lavoro di scavo che non rinnega il punto di partenza, lento, discreto, privo di voluttà narcisistiche. Come Montale (in poesia), il MONELLO trasmigra (su tela, legno o parete), rinvenendola negli oggetti, negli aspetti più ovvi, la condizione di un cosmico male di vivere: la sua pittura è consapevolezza della negatività, del non essere, del mancato realizzarsi dell’uomo. Si affida alla catena di rapporti che la scintilla analogica mette in moto e ricerca la possibilità di soluzioni che la realtà dell’esperienza gli offre. Analizzando le canalizzazioni e le mascherature dell’inconscio, smonta l’orizzonte quotidiano e reinventa, con un pizzico di ironia ed autoironia, un Olimpo di demoni antropomorfi, in cui il simulacro della sua adolescenza regge, novello Atlantide, i massi stratificati della psiche e delle imposte, perché “Qui c’è un gran casino! [e] Io non ho stato!”.

La Musa di TOMMASO indaga i lemmi e le ragioni di una società ormai priva di fedi e valori sicuri, in cui “Il Mostro della Tv” ci mangia il cervello, e ispira opere a volte semplici (ma mai semplicistiche), a volte complesse nella costruzione, di matrixiana memoria, spesso labirintica e onirica. Il dedalo misteriosofico che appare allo spettatore, novello Teseo, è arricchito da simboli che RESTA, con raziocinio, dissemina sulla tela; codici che celano e svelano (anche sotto forma di rebus) la filosofia dell’artista e che conferiscono rigore e ordine al disordine cromatico delle sue monellate. Ospite di numerose collettive e dell’EXPO ARTE di Bari (nel 2007 e nel 2008), Il “Pirata” di Palagianello (TA) - città in cui vive ed opera - nel 2007 riceve il prestigioso Premio Internazionale ANTHONY VAN DYCK. “COGITO ERGO SUM” è la prima mostra personale del MONELLO, TOMMASO RESTA, a cura dell’Associazione Culturale Hermes, nell’ambito della IV Edizione dell’HERMES ART FESTIVAL. A giorni discuterà la tesi di laurea presso l’ACCADEMIA DI BELLE ARTI di Bari.


Luigi PIGNATELLI - Taranto 13 ottobre 2008